mercoledì 21 maggio 2014

I critici per Marisa Marconi: Isabella Monti



Marisa Marconi nasce artista autodidatta; ascolta la voce istintiva di una sensorialità che non è insegnata nelle accademie e che non è scritta in alcun programma estetico.
 Come per Murer, soggetto costante della sua operazione artistica è l’uomo visto nella drammaticità della sua esistenza, nel momento dinamico della integrazione, che crea sempre conflitto: tra la libertà dell’essere e la costruzione/costrizione sociale; tra la sua stessa intelligenza e le forze naturali. Le opere sono intrise di questo dissidio - come ne fossero il campo di battaglia -.
Le tracce umane sulle tele sono colte nell’intimità del loro dolore, e non è il volto più espressivo del corpo. La tensione muscolare nella sofferenza affiora dal piano della sua presenza naturale fino a collimare con la concreta sensazione, per il tramite della impronta lasciata sulla tela da un ipotetico corpo contratto, torto, soggetto passivo di una violenza morale e fisica, o per il tramite del legno da cui affiora un corpo in movimento fino all’ultimo muscolo, vitale, caldo, fors’anche sensuale.

Isabella Monti

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