Noto che il tuo sesso mi frana indosso in un lampo che sbiadisce e canta
sogno, segni d'altri mondi, monti astrusi che sconosco appena. Che pena
questo sesso fatto tutto su una tela, questo legno che ti premo dentro e
spande vene; le sento innervarsi capovolte e senza scampo, in una vergogna
che lascia il segno e spande muschio al fondo come aerografo d’argento.
Emanuele Feliziani
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