E mi colgo che ti penso, che mi spunti dalle cosce d'improvviso e sembri
quasi statua – sembri – quasi donna con quella protrusione lavica, lo slancio assurdo quasi a dire «che ti prendo, se t'accosti un secondo, se concreti questa tua assenza acrilica, l'incanto di trovarti sulla stessa tela livida e abbracciarti per poterti dire, diamine, che bella!».
Ma è solo un vento che svanisci e non ci siam nemmeno scontri.
Emanuele Feliziani
Nessun commento:
Posta un commento