Atlante degli artisti
Note stilistiche
Artista eclettica, pratica con
disinvoltura la pittura, la scultura e la grafica; predilige
misurarsi con le problematiche plastiche. Ama confrontarsi con la
materialità delle cose, i volumi, la solidità, la compattezza,
scegliendo ora il legno, ora il bronzo, la pietra o il marmo e
qualsiasi altro materiale. Lo spirito che la anima è quello
michelangiolesco, una sorta di neoplatonico bisogno di tirar fuori
dalla materia, quella essenzialità, quella scintilla divina di cui
ci parlano il mito di Dioniso e le varie versioni della gnosis. La
ricerca dell'archetipo, dell'iperuranico mondo delle idee platoniano,
muove lo "scalpellare" di Marisa Marconi, teso a portare in
superficie la forma, liberandola da ogni materialità, rendendo
visivamente percettibile l'essenza che, se non ha evidenza per gli
occhi normali, si appalesa invece ben definita a quegli artisti che
sanno penetrare nei territori magici dell'oltrevisibile. Allorché
sceglie i legni o le pietre, già intravede in esse le forme che vi
si sono contenute e le trasforma in dimensioni morfologicamente
apparenti; ne rende visibile l'essenza in sintonia con Paul Klee che
sosteneva che l'arte degna di questo nome non rende il visibile, ma
dissuggella gli occhi sull'invisibile. L'arte non rende il visibile,
essa rivela; alla maniera leonardesca rende visibili le cose che non
si vedono e rende udibili le cose che non si odono. L'artista non
persegue mai l'obiettivo di rappresentare la realtà. Ella indaga nel
profondo e si affida all'intuizione di chi guarda, offrendo le sue
opere "aperte" dove chiunque può introdursi con i giochi
sottili della mente e del cuore.
La figura umana è però figura
incerta, indefinita, ottenuta con un costante non-finito
michelangiolesco che guarda con attenzione alla tradizione umanistica
italiana. È lo stesso esistere, inteso come mutare dello spazio nel
fluire del tempo, che determina l'evanescenza delle forme,
l'accennare delle pose.
Giancarlo Bassotti
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