Esistono ancora luoghi, per
fortuna nostra e delle intelligenze aperte, in cui il concetto di
intoccabilità assume la dimensione di puro enunciato. Non spacciano
la difesa ad oltranza di rendite di posizione per cultura, non si
trasformano in mausolei in cui la polvere e la muffa danno agli
oggetti quella patina di vissuto che fa tanto tendenza, non si
autoinvestono del fuoco sacro della conservazione degli stili e degli
schemi classici. Uno di questi, ma molto più on the road, è Arte On
che nasce a Castel di Lama, ma sarebbe potuto nascere in un qualsiasi
altro posto, considerata l’estensione extraterritoriale che è
nelle sue corde.
“Volevamo fortemente uno spazio
vivo – ci dice Marisa Marconi, apprezzatissima artista e animatrice
di Arte On –, uno spazio che diventasse opportunità, dibattito,
valorizzazione di differenze e che potesse essere anche un luogo in
cui studiare, capire, modellare, vivere l’arte e arricchirsi delle
tensioni ideali che la permeano. Il tutto? Rigorosamente fuori da
qualsiasi schema”.
Arte On, infatti, non è un luogo
per fruitori passivi, è piuttosto un’occasione rara per gli esseri
pensanti di continuare ad esserlo, un momento per cogliere
possibilità, un viaggio in un mondo dell’arte contemporanea che ha
mille facce, mille sensibilità, mille letture esteriori ed
interiori, sconfinate emozioni da assaporare. Questo è uno degli
aspetti che ne ha consacrato l’immagine e la sostanza a livello
internazionale, ed è sicuramente una delle ragioni per cui gli
scambi con artisti provenienti da altre culture e da altri contesti
si sono fatti pressoché quotidiani.
Scorrere i luoghi dove Arte On ha
portato la sintesi della sua esperienza, dagli Stati Uniti all’Europa
fino in Oceania, è come viaggiare lungo una direttrice che ha un
solo comune denominatore: l’arte da vivere.
La valorizzazione delle
esperienze artistiche locali, altrimenti prigioniere della loro
dimensione provinciale, è un altro degli aspetti che ne
contraddistingue un impegno mai fine a se stesso, sempre proiettato
in un mondo in cui l’intreccio di patrimoni di conoscenza, di
tratti, di colori, di sogni, le stesse trepidazioni condivise con
altri, sono contemporaneamente uno strumento e un fine, l’inizio di
rapporti destinati a durare un periodo infinito, come le immagini che
restano vive a dispetto della data della loro collocazione temporale.
L’uso di tutti i materiali
possibili, e a volte difficili perfino da intuire come potenziali
mezzi di creazione artistica, lo rende anche un luogo di
sperimentazione difficile da trovare in qualunque altra parte, e non
solo d’Italia, un laboratorio artigianale che, come il rospo delle
favole si trasforma in atélier quando l’espressività raggiunge le
vette dell’arte, esattamente come il bacio della principessa che
materializza all’improvviso un bellissimo cavaliere. Dare foggia
artistica alle rocce, al legno secolare che ha retto con la sua
compattezza tetti e soffitti, soppalchi e recinti, al gesso, ai
metalli, al marmo, all’argilla, al vetro è la dimostrazione
ulteriore di quanto il concetto di arte possa essere dilatato e
fuoriuscire come lava ardente da vulcani ritenuti spenti e materiali
ritenuti inerti, come se il sasso di un fiume non avesse mille anni
da raccontare attraverso la forma che l’acqua gli ha regalato e le
mani degli artisti hanno modellato.
Arte On è soprattutto un momento
da assaporare, fruirne distrattamente sarebbe il risultato di
elaborazioni figlie della fretta con cui consumiamo gli oggetti e, in
molti casi, la nostra stessa esistenza. Guardare e godere di un
Guttuso, di un De Chirico, di un Dalì o di un Mastroianni in uno
spazio museale finalmente a dimensione d’uomo, non è cosa di tutti
i giorni, e soprattutto non è un’occasione facilmente vivibile
alle latitudini in cui è geograficamente collocata.
Arte On propone anche questo e lo
fa sommessamente, con la discrezione tipica di chi ritiene
l’intelligenza non un inciso ma una risorsa, quella vera, quella
unica, utile per non soccombere e indispensabile per non sentirsi
solo un passante distratto.